Ai tempi antichi i filosofi descrivevano la creatività come “ispirazione divina”; un alito mistico sussurrato da muse o Dei invisibili all’orecchio di pochi eletti, capace di generare idee e creare meraviglie.
Successivamente, in tempi più moderni, psicologi e neuropsicologi hanno iniziato a studiarla scientificamente per comprendere il suo funzionamento.
Dai loro studi è emerso che, durante un processo creativo, sono coinvolti diversi tipi di pensiero, che la creatività non è direttamente proporzionale al quoziente intellettivo e che è una abilità acquisibile e incentivabile da chiunque.
L’unica cosa che gli scienziati non sono stati in grado di definire è quali parti del cervello sono in funzione durante il processo creativo perché “non c’è un insieme specifico di regioni cerebrali coinvolte in questo processo, per cui la creatività non è qualcosa di localizzabile nel cervello” (Ilaria Biasion).
Quindi io torno a credere che la creatività sia qualcosa che ci definisce come esseri spirituali; è il mezzo con cui quella parte di noi “addormentata” riesce lo stesso a comunicare.
E lo fa liberamente attraverso ogni mezzo espressivo possibile che possiamo utilizzare, a patto che non sia bloccata dai giudizi su noi stessi e da limitazioni autoimposte.
Lasciando la nostra creatività senza redini si aprono davanti a noi infinite possibili possibilità, idee sempre nuove, soluzioni a problemi, realizzazione di progetti, raggiungimento di obiettivi.
Basta solo darle modo e spazio per muoversi.
La natura è il luogo per eccellenza per dare aria alla creatività, per rinfrescarla e lasciarla libera di “correre”.
In questo stato, in questi luoghi, la mente più facilmente abbandona schemi limitanti lasciando così quello spazio vuoto fra un pensiero e un altro da permettere a questo “bisbiglio” celeste di penetrare dentro di noi, raggiungere il nostro cuore e materializzarsi all’esterno attraverso il nostro corpo.
Gli enormi stimoli che la natura ci offre, ci aiutano a risvegliare quella parte di noi assopita.
Gratis et Amore Dei
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Fotografia e opera creativa: Sabrina Calieri
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