Il rischio è indurirsi.
La vita, si, può fare indurire le nostre reazioni, può renderci impermeabili a determinati sentimenti, può farci diventare insensibili a sensazioni più dolci e sottili, può renderci ciechi alla bellezza delle cose piccole e semplici.
E se poi non ci accorgiamo di questo rischiamo di fare di noi stessi un’idea sbagliata che riconfermiamo ogni volta che succede qualcosa di significativo.
Qual è il trucco?
L’abbandono.
Iniziare a credere che chiunque ci sta intorno è un grande aiuto per la nostra autoconoscenza, che qualunque cosa ci accade è una lente di ingrandimento sulla nostra interiorità.
Aprire le braccia a tutto questo è un lavoro che richiede un grande coraggio, ma non è niente affatto impossibile.
Abbandonare ogni tentazione alla lotta non significa non farsi valere, bensì riuscire a guardarsi allo specchio; niente e nessuno arriva per provocarci, ma solo per svegliarci.
Cosa abbiamo a disposizione per favorire l’abbandono?
La gentilezza.
Accogliere con dolcezza chi o cosa, succede oppure no, considerandolo una parte di noi.
Scoprire la piacevolezza e l’unicità delle nostre vulnerabilità ci educa a diventare gentili anche con gli altri. E se così troviamo difficoltà, possiamo provare anche nel senso opposto; essere amabili con le debolezze degli altri ci insegna ad essere cordiali verso le nostre fragilità.
Quando ci induriamo troppo la conseguenza poi è spezzarsi.
Rimanendo invece flessibili, ad ogni colpo di vento ci pieghiamo, si, siamo costretti ad osservarci, si, ma quando la tempesta si calma possiamo tornare dritti e più in forze di prima.
Gratis et Amore Dei
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Fotografia: Sabrina Calieri
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