L’auto-produzione, se osservata secondo il senso sacro del fare, può diventare un processo catartico.
L’arte del fare il sapone, per esempio, è una vera e propria alchimia.
La magia della trasformazione e l’attesa del momento giusto, in cui miscelare gli ingredienti, mescolarli accuratamente affinché ogni particella reagisca con la corrispondente opposta, sono i segreti della ricetta perfetta per la formazione di una cosa nuova, unica.
Se poi ci aggiungiamo erbe, profumi e colori, il tutto si adorna di bellezza e sensazioni inebrianti.
E mentre i composti piano piano si trasformano, anche tu trasformi te stessa in qualcosa di diverso, di nuovo. Perché l’attesa, la calma, la pazienza, la giusta tempistica, la sincronicità, ti regalano un momento di unione.
E lo stesso vale per tutti i momenti in cui produci qualcosa, per tutte le auto-produzioni che scaturiscono dalla tua creatività, dal tuo mondo interiore.
Ciò include ovviamente anche il semplice cucinare.
Non sono mai stata una brava cuoca. Difficilmente seguo le ricette, ma guardo gli ingredienti e poi li mescolo a mio modo e piacimento. Oppure apro il frigorifero e la dispensa, guardo quello che c’è dentro e invento al momento … tanto è che quando esce qualcosa di delizioso non so mai come riprodurlo, perché in realtà non so neanche io come l’ho fatto.
Non sono io che cucino, bensì lascio che gli ingredienti cucinino me.
Spesso mi sentivo giudicata per questo mio modo, anche da me stessa a volte, per cui non riuscivo a vivere le mie produzioni come arte, come parti di me, messe fuori nel mondo. Oggi invece, riguardandomi indietro, ne apprezzo l’impegno e l’amore con cui preparavo le cose e la tavola e se anche non c’era mai una ricetta da seguire, era il prezioso lavoro e la meravigliosa magia che usciva dal mio cuore e che si manifestava attraverso le mie mani, quello che rendeva unico ogni pasto e degno di apprezzamento.
E cosa dire dell’orto.
Zappare e preparare la terra è faticoso, ma quando vai a metterci i semini o a creare un piccolo buchino per una piantina già cresciuta, è un po’ come creare uno spazio nel tuo cuore per qualcosa che avverrà.
E così come le piante, allo stesso modo ogni progetto, ogni relazione, ogni persona, ogni animale vicino, hanno bisogno delle cure e delle attenzioni necessarie a crescere e svilupparsi.
Dare amore è una trasformazione non solo per chi lo riceve, ma soprattutto per chi lo offre. In quel momento non sei più tu il centro, ma il semino, non sei tu solo a dare, ma anche la piantina si offre a te, non sei tu a modellare la creta, ma è lei che plasma la tua anima, non sei tu ad abbracciare o coccolare, siete tu e l’altro che vi unite in qualcosa di unico e nuovo.
Lasciarsi andare per sentire tutto questo è la magia dell’alchimia.
Per cui cucinate, producete, create, dipingete, costruite, lavorate, fate senza giudizio e “siate” questa consapevolezza. Non rammaricatevi per i piatti non perfetti, per le creazioni che sembrano non avere senso.
Ogni cosa autoprodotta è ricca di significato e pregna del vostro valore personale che la distingue da tutte le altre.
Benedizioni _/\_
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Fotografie e produzioni: Sabrina Calieri
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