Il Buddha, con l’illuminazione, comprese la vera natura della realtà ed espresse quattro verità che riguardano la sofferenza dell’umanità; la prima dice:
“La vita è sofferenza”
Parto da questo enunciato per introdurre il fatto che la nostra esistenza è caratterizzata da eventi piacevoli, ma sono soprattutto quelli spiacevoli sui quali spesso ci soffermiamo e i quali non riusciamo a lasciare andare.
La nostra tendenza a non accettare e a non riuscire a sopportare il dolore, ci fa tendere a nascondere, mascherare o reprimere le emozioni sgradevoli.
Tutte le emozioni, per loro natura, generano nel nostro corpo delle specifiche sensazioni fisiche e psichiche.
Quando sentiamo arrivare un’emozione spiacevole, per coprire il disagio, sia fisico che psicologico, tendenzialmente facciamo o pensiamo a qualcos’altro permettendo così a quella emozione di incunearsi nell’inconscio.
Ogni volta che reprimiamo l’emozione non la facciamo sparire, anzi, la alimentiamo sempre di più, le diamo più forza così che ogni volta successiva che si affaccia è sempre più grande, sempre più intensa.
Questo giochino ha delle conseguenze, portando alla generazione di dipendenze, disordini alimentari, disturbi dell’ansia, attacchi di panico e al presentarsi di comportamenti indesiderati, azioni inaspettate o reazioni improvvise, che provocano danni a noi stessi e agli altri.
L’emozione è prima di tutto energia, quindi agendo in qualunque modo questa energia si disperde fuori dal tuo corpo. Entrando nell’emozione e vivendola, sentendola nel corpo e cercando di non giudicarla e analizzarla con la mente, il corpo si riappropria di questa energia che prima era bloccata e la trasforma.
Ma non solo, vivendo l’emozione è possibile risalire al bisogno non soddisfatto, comprendere quale ruolo stiamo interpretando, scoprire chi vogliamo essere veramente e anche come riuscirci.
Le emozioni, spesso sottovalutate, sono invece importantissime per conoscersi e per imparare ad instaurare relazioni.
Benedizioni _/\_
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Fotografie: Sabrina Calieri
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