
L’idea era: “vado nel bosco e mi faccio una bella camminata godendo del travolgimento che lui sempre mi concede”.
Quando pensavo questo ovviamente dimenticavo che, quando si parte con un’idea precisa, molto spesso, veniamo disattesi perché la vita ha in serbo per noi altre sorprendenti lezioni che ci regalano momenti che non avremmo mai potuto immaginare.
Infatti, in un momento ero nel bosco e ne osservavo la bellezza, mi incantavo dal suo fascino, mi riempivo dei suoi suoni, profumi e colori e il momento dopo camminavo su una strada asfaltata attenta a non far scontrare con le macchine, in discesa e in salita, una inaspettata compagna di viaggio.

Quando sono arrivata al paese, al quale la strada nel bosco mi ha condotta, “qualcosa” mi ha spinto a non calpestare indietro le mie stesse impronte che mi avrebbero fatto rimanere nell’atmosfera suggestiva che adoro, ma ad avventurarmi verso l’inconosciuto.
Ho deciso di andare avanti.
Decido di farmi trascinare da questo “qualcosa” affidandomi alle indicazioni di un anziano signore seduto al sole su una panchina di legno e successivamente al mio povero cellulare che a stento trovava campo per aiutarmi.
Ho scelto l’ignoto. Ho scelto di rischiare.
Dopo grandi campi di olivi, lunghi filari di vigna e stretti passaggi tra eriche e ginepri, imbocco una strada sterrata, certa che quella, in un modo o in un altro, mi avrebbe riportato al punto di partenza.
Sembrava quindi che l’ignoto fosse terminato, ma …
Qualche passo ed eccola.
Stessa forma, identico colore, simile dondolio del sedere, uguale trotterellante andatura.

Bei ricordi mi sono sobbalzati subito alla mente e tanta nostalgia è comparsa nel cuore.
Poi gratitudine.
Tempo addietro non avevo potuto salutare una vecchia amica con la quale ho condiviso una fetta importante della mia vita, quindi ho voluto credere alla sensazione che quella adesso fosse la mia opportunità per farlo.
Abbiamo camminato insieme gli ultimi chilometri con la mia estasiante felicità per l’incontro inatteso e l’apprensione al pensiero per chi la stesse probabilmente cercando.

Un guinzaglio di fortuna e passi attenti.
Sosta pipì, per lei, e arriviamo alla macchina.
Ancora nessuna connessione telefonica.
Sorprendentemente, o forse no, appena apro il bagagliaio, salta su senza neanche dirglielo.
Non posso negare di aver desiderato di portarla a casa, ma è stato solo giusto il tempo di un fugace pensiero.

Telefono.
In cinque minuti arriva, mi ringrazia e ci separa.
Fortunatamente ho avuto il tempo necessario per accarezzarla, guardarla negli occhi, stringere il suo testone fra le mie mani, leggere nella sua coda il suo apprezzamento e portarla dentro al mio cuore.
Non credo nel “caso”; sono convinta che tutte le cose accadano sempre per un determinato e preciso scopo, sta a noi guardarle attentamente e cercare in loro il giusto significato che ci aiuti a credere nella magia della vita.
Ogni evento che sembra capitare casualmente su una strada dissestata verso destinazioni sconosciute, è un preciso segnale per l’interpretazione di un messaggio inviato da mondi così sottili che purtroppo non crediamo che esistano.
È dato dalla nostra capacità di “aver fede” il riuscire a riconoscerli e a leggerli.
Questa “Dora”, incontrata “per caso” nel bosco in una domenica pomeriggio di sole, è stata l’ultimo saluto per me di una “Mora” che non avevo potuto salutare prima.
Grazie.
Gratis et Amore Dei
***
Fotografie: Sabrina Calieri
Lascia un commento